FIRENZE – Fra i protagonisti del Conclave che si apre domani (7 maggio) anche il cadrinale Giuseppe Betori, già arcivescovo di Firenze.
Non è più alla guida dell’arcidiocesi, ma per molti fiorentini, pur se originario di Foligno, il cardinale Giuseppe Betori resta “il vescovo”. Dopo oltre tredici anni di servizio pastorale, l’ex arcivescovo continua a godere di grande affetto e stima in città. Ovunque si presenti, viene accolto con rispetto e gratitudine, segno tangibile di un legame che va oltre le cariche e i ruoli.
Durante il suo episcopato, Betori ha saputo unire rigore teologico e sensibilità pastorale, facendo della sua presenza un punto di riferimento in una Firenze sempre in dialogo tra fede, cultura e società. Non sono mancati momenti difficili – dalla crisi economica all’emergenza pandemica – ma il cardinale ha saputo affrontarli con sobrietà, lucidità e senso di responsabilità, offrendo parole e gesti che hanno lasciato il segno.
Oggi, anche se ha lasciato la guida della diocesi, il cardinale Betori ricopre un incarico di rilievo nella Chiesa universale: come membro del Collegio dei cardinali, parteciperà al Conclave, contribuendo all’elezione del futuro Pontefice. Un ruolo che sottolinea non solo il suo profilo ecclesiale di alto livello, ma che conferisce a Firenze, ancora una volta, un posto simbolico nella storia della Chiesa.
In una città spesso esigente nei confronti delle figure istituzionali, il consenso duraturo verso Betori non è affatto scontato. È il segno che, quando un pastore è capace di ascoltare, guidare e camminare insieme al suo popolo, il legame resta – e si rafforza – anche dopo la fine del mandato.
Firenze, insomma, non dimentica. E il suo affetto verso il cardinale Betori ne è la prova più viva.
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