PRATO – Una villa liberty trasformata in sede di alloggi abusivi per migranti cinesi, regolari e irregolare, ma anche sede di un cambiavalute e di un centro tatuaggi anch’essi abusivi.
È quanto emerso nelle indagini partite a seguito del tentato omicidio del 19 aprile scorso ai danni di un cittadino cinese di 47 anni.
La vittima, irregolare sul territorio nazionale e, dunque, senza permesso del soggiorno, una volta ripresa coscienza, a seguito di intervento chirurgico, ha iniziato a collaborare con gli inquirenti, ricostruendo la dinamica dell’evento, spiegando che i colpi di arma da fuoco che l’avevano attinto alla spalla e a un arto superiore, erano stati esplosi non in via Meucci, dove è stato soccorso, ma in uno stabile ubicato di via del Seminario 71, dove era intento a cambiare denaro da euro a yuan.
I sopralluoghi sul posto hanno consentito di individuare una pistola modificata rispetto alla struttura originaria e di arrestare il detentore, poi sottoposto all’obbligo di dimora. È poi emersa una situazione di profonda illegalità all’interno della struttura, una villa di pregio stile Liberty, di proprietà di un cittadino italiano, adibita ad affittacamere abusivo, con capienza per tre persone, oltre che all’esercizio di attività abusiva di cambio valute e di effettuazione di tatuaggi.
I gestori, entrambi di nazionalità cinese, che hanno l’immobile in locazione, avevano ricavato, grazie alla suddivisione degli spazi, piccoli locali, molto simili a dei loculi, destinati a ospitare connazionali sia clandestini sia regolari, muniti di permesso di soggiorno, a
fronte del pagamento di 70 euro settimanali e di 300 euro mensili da parte di
ognuno.
In particolare, sono stati trovati cinque irregolari sul territorio nazionale, tre dei quali muniti di passaporto (che saranno pertanto rimpatriati dall’ufficio immigrazione della Questura di Prato) e quindici cittadini regolarmente soggiornanti.
Gli interventi di ristrutturazione sono stati effettuati in totale spregio delle prescrizioni urbanistiche ed edilizie esistenti, nonché della regolamentazione sulla sicurezza degli impianti e delle forniture elettriche e del gas.
È stato quindi sottoposto a sequestro l’intero immobile, per interrompere le attività criminose ivi in essere. Coordinato dall’ufficio, lo sforzo investigativo si è snodato nell’arco di una decina di giorni e ha visto l’impegno da parte della Squadra Mobile di Prato – costantemente impegnata nell’attività repressiva imposta dall’escalation criminale che caratterizza il territorio pratese – e della polizia municipale di Prato.
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