FIRENZE – Taglio delle classi e dei docenti per il 2025/2026, protesta la Cgil.
“Se fino all’anno scorso – dice il sindacato – il taglio alle classi e ai docenti era inferto con la giustificazione del calo delle iscrizioni (fenomeno drammaticamente reale), quest’anno c’è qualcosa di più, che si chiama Patto di stabilità e Legge di bilancio 2025. È infatti a causa delle nuove politiche di rigore decise dall’Unione Europea e dal nostro governo che siamo di fronte a una nuova stagione di tagli alla spesa sociale e all’istruzione, che presenteranno il conto a studenti e famiglie a partire dal prossimo settembre. Nel licenziare la Legge di bilancio 2025 il parlamento ha deciso di ridurre di circa 6000 unità i docenti nelle scuole italiane, di cui quasi 400 saranno in Toscana e ben 115 a Firenze e provincia; nel mentre ha deciso di tagliare più di 2000 posti di personale Ata, ma – bontà sua – non dal prossimo anno scolastico, bensì da quello successivo”.
“Ma vediamo nel dettaglio qualche numero che riguarda la provincia di Firenze, con i suoi 106 istituti di cui 69 comprensivi (cioè infanzia, primaria e secondaria di primo grado) e 37 superiori – dice il sindacato – Il prossimo anno scolastico siederanno ai banchi delle nostre scuole poco più di 114mila studenti, con una riduzione drastica di quasi 1500 rispetto all’anno precedente, di cui 1130 nella scuola primaria. Solo in virtù di questo fenomeno, secondo la logica contabile applicata in questi anni dal ministero, le nostre scuole perdono 47 posti di docente; però con la mannaia della Legge di bilancio il numero di posti perduti arriverà, come si diceva, a 115, ben 68 in più rispetto alla riduzione collegata alla denatalità. Questi posti ulteriori che andranno a sparire verranno sottratti in particolare al cosiddetto potenziamento, cioè quell’insieme di attività aggiuntive programmate dalle scuole per dare risposte alle più svariate esigenze dei propri studenti: dagli sportelli di recupero ai corsi di alfabetizzazione, dai progetti didattici innovativi alle strategie di inclusione nei casi di maggiore difficoltà di apprendimento; senza contare che in molti casi i posti di potenziamento risultano utili anche per attivare particolari indirizzi di studio, coprire le classi scoperte o collaborare alla gestione organizzativa della scuola”.
“Tra l’altro la maggior parte di questi posti verrà tolta alle scuole superiori, che ne perderanno di media circa uno e mezzo, e ciò comporterà un drastico peggioramento dell’offerta formativa e delle potenzialità educative di questi istituti, chiamati a combattere la dispersione scolastica, ad aiutare gli studenti nell’orientarsi sulle scelte da compiere, a formare i cittadini del futuro – conclude la Cgi ò Al di là della fiction mandata in onda dalla Premier, è sempre più chiaro l’intento del governo Meloni e del ministro Valditara, i quali – attraverso il definanziamento dell’istruzione e la riduzione del numero di docenti e personale Ata, nonché con la imposizione di riforme autoritarie e dirigiste – vogliono impoverire la scuola pubblica e la sua funzione emancipativa, per farne uno strumento di selezione sociale e disciplinamento. Da parte nostra non cesseremo di contrastare questo progetto, forti di un consenso che a Firenze e provincia dopo le recenti elezioni Rsu è ulteriormente cresciuto, arrivando a superare il 42%: moltiplicheremo le iniziative di coinvolgimento di studenti e famiglie, supporteremo i rappresentanti sindacali da poco eletti e spingeremo alla più ampia partecipazione, a partire dai 5 referendum per il lavoro e la cittadinanza, per cui andremo a votare l’8 e il 9 giugno prossimi”.
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