La data delle elezioni regionali in Toscana ancora non c’è, i candidati presidente nemmeno. Le alleanze, quelle a centrosinistra, neppure. Ma il dado è tratto sui tavoli nazionali dopo la sentenza della Consulta che ha bocciato il terzo mandato dei presidenti di Regione. Terzo mandato che non riguarda la Toscana, dove Giani, Pd, sta terminando il primo mandato. Ma, in un post De Luca, Pd, in Campania, e Zaia, Lega, in Veneto, dà il via al movimento dei tasselli nel puzzle nazionale delle elezioni regionali che riguardano anche la Toscana.
Cosa accade in Toscana. Il centrodestra sostiene di non avere dubbi sulla coalizione di sempre, quella che governa con la premier Meloni. I dubbi, e non è un dettaglio, sono in termini di candidato presidente. Con quattro papabili. Con Alessandro Tomasi, coordinatore regionale FdI, ricordiamo rieletto sindaco di Pistoia con una lista personale più forte dei partiti che lo hanno sostenuto. E al di là dei vari endorsement che riceve, se non sarà, e sarebbe un colpo di scena, il candidato presidente di centrodestra, certo non avrebbe problemi ad essere comunque eletto in Consiglio regionale con una lista propria. Ci sono Forza Italia con Marco Stella, consigliere regionale e coordinatore toscano del partito, e la deputata Deborah Bergamini e Lega Salvini con la consigliera regionale Elena Meini sul tavolo dei papabili candidati presidenti.
Per i sondaggi, quelli Emg Different per Toscana Tv di fine marzo, non c’è partita nel gradimento tra Tomasi e i suoi contendenti di centrodestra.
La questione a centrosinistra è ancora da definire anche in chiave alleanze. Soprattutto in casa Pd di Schlein e, in Toscana, di Fossi.
Per quanto riguarda il presidente uscente Eugenio Giani candidato per una presidenza bis, in ipotesi alleanza col Pd chiedono discontinuità i Cinque Stelle che il congresso regionale di apertura verso le regionali lo hanno tenuto proprio a Prato. Città in cui governano insieme al Pd nella giunta guidata dalla sindaca Ilaria Bugetti. Di fatto non sbattendo del tutto la porta in faccia anche a Renzi, che in questi anni non ha mai dimenticato di ricordare, per usare gli stessi termini del senatore toscano ex premier, di aver “mandato a casa” l’anch’egli ex premier Conte.
Il M5S Toscana parla di “distanze ritenute quasi insanabili” con Renzi. Dove quel “quasi” può fare la differenza con una Italia Viva che in Regione Toscana governa, con Stefania Saccardi vice di Giani. E Stefano Scaramelli vicepresidente nel Consiglio regionale presieduto da Mazzeo, Pd. E non dimentichiamo alle amministrative 2024 a Firenze il dichiarato sostegno della candidata sindaca Saccardi a Sara Funaro, Pd, in fase ballottaggio. Con Renzi che da tempo predica campo larghissimo in tutte le partite.
Che si smonti Italia Viva da una coalizione che in Toscana governa pare del tutto improbabile.
Ma, va detto, prove tecniche di campo largo ci sono state in sede istituzionale in Toscana, non dimentichiamo la richiesta di referendum su autonomia differenziata firmata da Pd, IV e M5S approvata in Consiglio regionale.
Dario Danti, segretario regionale SI, assessore a Firenze nella giunta guidata dalla sindaca Sara Funaro, chiede primarie di coalizione per il candidato presidente.
C’è un punto: Eugenio Giani, Pd, forte di un 72% di gradimento per il sondaggio di cui sopra, non è stato ancora ufficializzato candidato presidente di centrosinistra per un secondo mandato.
Un Giani comunque in campagna elettorale più o meno da sempre, quasi con il dono dell’ubiquità per la sua capacità di essere ogni giorno, tutti i giorni come presidente di Regione da cinque anni, sempre in numerose luoghi in Toscana.
Un Giani candidato presidente che, sempre per il sondaggio di cui sopra, l’unico a oggi disponibile, vincerebbe a mani basse per un secondo mandato alla guida della Toscana
CINZIA GORLA