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Medì 2025: da Livorno appello delle città del Mediterraneo per la pace

LIVORNO – Dal convegno internazionale delle città del Mediterraneo ‘Medì 2025. Le città vogliono vivere’ di scena al teatro Goldoni di Livorno un appello per la pace. A sottoscriverlo anche Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, Luca Salvetti, sindaco di Livorno, Simone Giusti, vescovo Diocesi di Livorno. 

 

Al teatro Goldoni convegno internazionale promosso da Comunità Sant'Egidio con Comune e Diocesi di Livorno, Istoreco. Appello firmato anche da vescovo Giusti, sindaco Salvetti e presidente Regione Giani. Salvetti: "Livorno città civile dell'accoglienza"
Nella foto il sindaco Luca Salvetti (Foto Fb sindaco Luca Salvetti)

Appello per la pace che sarà diffuso, oltre che a Livorno, Barcellona, Beirut, Genova, Lampedusa, Odessa, Trieste e Malta.

Convegno Medì 2025 organizzato su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, realizzato in collaborazione con il Comune di Livorno, la Diocesi di Livorno, Istoreco, con il patrocinio della Regione Toscana.

Al teatro Goldoni convegno internazionale promosso da Comunità Sant'Egidio con Comune e Diocesi di Livorno, Istoreco. Appello firmato anche da vescovo Giusti, sindaco Salvetti e presidente Regione Giani. Salvetti: "Livorno città civile dell'accoglienza"
Nella foto Eugenio Giani, presidente Regione Toscana (Foto Fb sindaco Luca salvetti)

Cerimonia inaugurale con il vescovo Simone Giusti, il sindaco Luca Salvetti, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Il teatro Goldoni ha tributato un lungo applauso per papa Francesco.

Nel suo saluto iniziale il vescovo di Livorno Simone Giusti ha parlato di “Mediterraneo che continuerà ad essere cimitero a cielo aperto se non si innestano nuove pratiche politiche, per ingressi legali e protetti, con corridoi umanitari di cui Sant’Egidio è stata antesignana”. Da Giusti la proposta di una Conferenza episcopale del Mediterraneo “anche per uno sguardo su chi parte e su chi sta arrivando. La speranza è liberazione dalla moderna schiavitù, è l’arrivo umano in una nuova terra promessa”.

Il sindaco di Livorno Luca Salvetti, ha sottolineato come “sono possibili percorsi di costruzione e resilienza. Livorno in questi due anni lo ha dimostrato come città civile dell’accoglienza, con una risposta forte e di buon senso a chi ha sostituito il dialogo con la prevaricazione”.

 

Andrea Riccardi, storico e fondatore di Sant’Egidio, anche riferendosi all’incontro Trump-Zelensky al funerale di papa Francesco: “Dire no all’ineluttabilità della guerra non è un’ingenuità né una forma di disfattismo. La parola di Papa Francesco è importante in un mondo dove c’è un regresso delle tensioni unitive. Il colloquio diplomaticoha bisogno di riservatezza, non dell’uso della violenza verbale che si è vista poco tempo fa contro il presidente ucraino. Ma l’incontro davanti alla bara di Francesco è stata la vittoria postuma del Papa morto. Aveva ragione Papa Francesco: Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato”. Quando la guerra è pensata come naturale allora essa si eternizza e imprigiona popoli interi. No al riarmo”

Poi: “Se la guerra è pensata come naturale allora non finisce e la guerra imprigiona i popoli. Dopo l’89 e la scomparsa progressiva dei testimoni della seconda guerra mondiale, il cui racconto faceva parte della storia delle famiglie, si è logorato il senso drammatico della guerra. E’ prevalsa l’immagine tecnologica della guerra pulita, che è invece ancora più sporca e colpisce i civili. E’ il terreno su cui si sviluppano fake news. La guerra dei russi in Ucraina doveva durare pochi giorni e si è visto cosa è successo.

I rappresentanti delle città del Mediterraneo hanno individuato sei punti sensibili e decisivi per il futuro di tutti e rivolto un appello per la pace. Come uomini e donne del Mediterraneo chiedono:  “l’avvio di trattative che possano portare a soluzioni giuste e durature, laddove c’è un conflitto; il rispetto per ogni individuo, per ogni comunità, per ogni fede, affinché possa vivere nella libertà, nella dignità e nella sicurezza; l’impegno a promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, per rafforzare i legami di fratellanza e di comprensione reciproca; l’attenzione e la cura per l’ambiente e per il mare, che ci lega tutti e che costituisce un bene comune da preservare; l’apertura di corridoi umanitari o comunque di vie legali di ingresso e la semplificazione delle procedure necessarie a chiedere asilo, a trovare rifugio dai conflitti e dalla persecuzione; la lotta all’analfabetismo, la promozione della scuola e dell’istruzione, pubblica e gratuita, che è premessa di libertà”.

L’appello è stato firmato da Khaled Rifai, architetto, di Beirut; gli storici Giovanni Brunetti, di Livorno, e Meritxell Tèllez, di Barcellona; l’antropologa Anastasjia Piliavsky, di Odessa; il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco Luca Salvetti e il vescovo Simone Giusti; Pierangelo Campodonico, storico e direttore del Museo del Mare e del Museo delle migrazioni di Genova; Darya Majidi, imprenditrice, di origine iraniana e livornese di adozione; Vito Fiorino, l’artigiano di Lampedusa che ha tirato fuori dal legno delle barche dei naufragi, molte vite e la croce del Mediterraneo; Maria Quinto, responsabile per Sant’Egidio, dei ‘Corridoi umanitari’ che da Beirut hanno portato in Europa, attraverso una via legale e sicura, migliaia di profughi dalle guerre odierne; Pietro Spirito, giornalista e scrittore di Trieste, e Manuel Delia, giornalista, di Malta.

 

 

CINZIA GORLA

© Riproduzione riservata

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