LIVORNO – Un traguardo storico che segna una svolta nel mondo della scherma italiana. Simona Pierucci, 52 anni, livornese (sorella di Giuseppe ex talento della pedana nel fioretto e oggi Maestro sia del glorioso Circolo labronico del Fides sia da anni nel giro dei tecnici al seguito della nazionale azzurra) è la prima donna arbitro italiana ad essere convocata direttamente dalla Fie per un campionato del mondo assoluto. L’appuntamento sarà a Tbilisi, in Georgia, dal 20 al 30 luglio.
La notizia, arrivata mentre era ancora impegnata ai mondiali Giovani e Cadetti “Wuxi 2025” in Cina, ha lasciato senza parole la stessa protagonista: “Avevo appena terminato di arbitrare la finale di fioretto maschile Under 20 – racconta Pierucci al quotidiano locale quilivorno.it – e rientrando nella referee room ho aperto la mail. Quando ho letto la convocazione della FIE mi si è fermato il cuore. È stata un’emozione fortissima, una responsabilità enorme che affronterò con tutto il mio impegno”.
Pierucci non è nuova ai grandi palcoscenici internazionali. Nel suo curriculum spiccano tre campionati del mondo under 20 – Verona 2018, Riad 2024 e appunto Wuxi 2025 – oltre alla partecipazione, seppur come arbitro locale per conto della Federazione Italiana, al Mondiale assoluto di Milano 2023.
Pierucci ha mosso i primi passi nella scherma come fiorettista nel celebre Circolo Fides, tra i più titolati al mondo. Un infortunio al ginocchio ha però interrotto prematuramente la sua carriera da atleta. Da quel momento, la decisione di non allontanarsi dalla pedana, ma di rimanerci con un nuovo ruolo: quello dell’arbitro. “Sono felice – afferma – non solo per il traguardo personale, ma perché questa convocazione rappresenta l’inizio di una nuova era. Non è una questione di quote rosa, ma di pari opportunità vere. La Fie ha scelto me per merito, non per simbolo. E questo, per me, è il segnale più importante”.
Con determinazione, esperienza e passione, Simona Pierucci porta con sé quindi non solo un curriculum impeccabile, ma anche un messaggio potente: la competenza non ha genere.
ANDREA PUCCINI